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      • La morte annunciata della medicina d’urgenza

      La morte annunciata della medicina d’urgenza

      • Posted by Alessandro Barelli
      • Categories News and updates
      • Date novembre 21, 2019
      • Comments 0 comment
      Emergenza sanitaria Treecenter.it - Alessandro Barelli - Simulazione

      Da medico nato e cresciuto nell’emergenza non posso assistere senza reagire alla annunciata morte della medicina d’urgenza in Italia. Tutti scappano dai pronti soccorsi e dai mezzi su gomma, forse ancora resiste qualche forma di attrazione per l’elisoccorso. Perché si sta uccidendo la più bella e difficile branca della medicina ?

      Stanchezza/burn-out: perché mai ai piloti degli aerei vengono garantiti turni di riposo e recupero per assicurare la loro “freschezza” psico-fisica mentre nessuno (inclusi i primari !!) si cura delle condizioni psichiche e fisiche dei medici d’urgenza ? L’unico modo per riuscire ad essere lucidi dopo 10 ore di lavoro notturno continuativo è l’assunzione di droghe simpaticomimetiche.

      Ambiente, attrezzature, risorse umane insufficienti: perché un comandante può pretendere che gli standard vengano rispettati mentre i team sanitari vengono obbligati a lavorare anche con carenze umane e di attrezzature ?

      Paura e istinto di sopravvivenza: l’obiettivo primario del medico d’urgenza dei giorni d’oggi è finire il turno senza denunce; la mala-informazione da parte dei mass media e l’esistenza di alcune “tipologie di periti e magistrati” hanno generato un flusso di aggressività e sfiducia nei confronti del medico d’urgenza che colpisce indiscriminatamente l’intero sistema. Per non parlare dei costi enormi che l’atteggiamento difensivo dei medici genera.

      Burocrazia e normative:  il tempo impiegato per soddisfare le regole, le procedure, i protocolli rimuove energie alla riflessione clinica, all’esplorazione delle cause, alla ricerca della terapia.

      Paranoiagenesi dei sistemi sanitari: lo shift della mission delle organizzazioni sanitarie (dalla cura delle malattie al raggiungimento degli obiettivi di budget) ha causato una malattia a prognosi infausta dell’intero sistema sanitario. Nessun obiettivo di budget può essere applicato ad un sistema sanitario soprattutto se nell’ambito dell’emergenza; la medicina d’urgenza è solo un capitolo di spesa primario del SSN e non deve essere affetto da tagli e limitazioni naturalmente fatto salva la costante di onestà,  no-corruttela, no-interessi privati, etc.

      Qualcuno propone di aumentare i posti delle Scuole di Specializzazione e certamente avere più specialisti in giro aiuterebbe ma senza risolvere o attutire le cause del problema, i medici continueranno a scappare. Quindi vedo 4 strade da percorrere:

      • creare un pool multidisciplinare di specialisti che operano in PS e sul territorio come quota parte della loro attività assistenziale
      • formare questo pool con corsi MET credibili e sostenibili sia in termini di organizzazione che di conduzione
      • incentivare economicamente l’attività di emergentista (indennità ? bonus ferie aggiuntivo ? bonus didattici e/o di aggiornamento ?)
      • istituire uno scudo assicurativo/penale che liberi o almeno alleggerisca i medici dalla pressione da medicina difensiva

      Non uccidiamo la medicina d’urgenza !

      Tag:emergenza sanitaria, Emergenza Territoriale, formazione in sanità, Pronto Soccorso, sanità

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      Alessandro Barelli

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